IL CCHR ESIGE CHE GLI PSICHIATRI METTANO AL BANDO LA TEC
Niente e nessuno avrebbe potuto impedire ai volontari del CCHR di far sentire la propria voce a San Francisco durante il convegno annuale dell’Associazione Psichiatrica Americana (APA). Mentre la pioggia cadeva su più di 700 dimostranti, i manifestanti si sono avviati al Centro Convegni Moscone, sede del convegno. Il messaggio era forte e chiaro, scritto su striscioni, cartelloni e persino ombrelli: “Basta con la tortura” e “Al bando l’elettroshock”.
Manifestavano contro l’uso continuo della terapia elettroconvulsivante (TEC) su 100.000 americani – di cui alcuni dell’età di cinque anni o meno – ogni anno. Nella TEC, il passaggio di elettricità fino a 460 volt attraverso il cervello che causa un attacco di grande male può sfociare in perdita di memoria e danni al cervello permanenti. Persino vari psichiatri si sono uniti alla protesta e altri hanno approvato il bando, esprimendo accordo coi cartelloni che definiscono l’elettroshock “tortura, non terapia”.
La protesta è stata resa ancora più necessaria dal fatto che donne incinte, bambini e anziani vengono sottoposti a elettroshock. A questo si aggiunge che la Food and Drug Administration (FDA) non esige che i produttori di macchine per elettroshock forniscano ricerche cliniche a dimostrazione della sicurezza ed efficacia del dispositivo, permettendo che resti sul mercato nonostante l’anno scorso un produttore abbia ammesso che la TEC può causare danni permanenti al cervello.
Dopo la marcia, il CCHR ha aperto la sua mostra itinerante proprio di fronte al centro convegni, mettendola a disposizione sia di tutti i partecipanti al convegno dell’APA sia degli abitanti di San Francisco.
Parlando all’inaugurazione della mostra, il presidente di CCHR International, Jan Eastgate, ha spiegato come, nel 1976, il CCHR abbia aiutato a stabilire un precedente con una legge della California che aboliva il trattamento di elettroshock su bambini e adolescenti. “Questo divieto dev’essere esteso ai gruppi di tutte le età e in tutto il mondo”, ha detto “perché l’elettroshock è dannoso, danneggia il cervello e rovina le vite. Il CCHR documenta questo fatto da 50 anni”.
Altri oratori sono stati James Sweeney, collegamento politico della Black American Political Association della California (BAPAC), che ha sostenuto il divieto della TEC e parlato della storia del razzismo psichiatrico. Maestro di cerimonia dell’inaugurazione della mostra è stata Fran Andrews, Direttore Esecutivo di CCHR International. Le si è affiancato Lee Spiller, capo del CCHR Texas, ad oggi lo stato con la legge più ferma nel fornire protezione contro l’elettroshock. [Per saperne di più sul lavoro di Lee Spiller, vai su it.scientology.tv/LSpiller.]
I trattamenti psichiatrici forzati, TEC inclusa, sono “pratiche che costituiscono tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti”. – Rapporto del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite su “Salute mentale e diritti umani”
Il CCHR richiama l’attenzione su fatti poco noti sulla TEC: donne in stato di gravidanza, persino al terzo trimestre, vengono sottoposte a elettroshock, malgrado circostanze avverse che includono aborto spontaneo, travaglio prematuro, mortalità alla nascita, problemi cardiaci e deformazioni.
Circa il 70% dei sopravvissuti all’elettroshock è composto da donne di cui il 45-50% ha più di 60 anni e il 10-15% oltre 80. Centinaia di veterani americani sono sottoposti a elettroshock ogni anno, in base alle statistiche della Veterans Administration. Gli effetti collaterali della TEC includono complicazioni cardiovascolari, ictus, deficit cognitivi e deterioramento della memoria, prolungate crisi epilettiche, peggioramento dei sintomi e morte.
Un rapporto del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite su “salute mentale e diritti umani”, nel luglio 2018, chiede ai governi di riconoscere che i trattamenti psichiatrici forzati, TEC inclusa, sono “pratiche che costituiscono tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti”.
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